La Fontana dei Tritoni di Torino è un simbolo storico e artistico della città, situata nei Giardini Reali. Dopo un lungo intervento di restauro, è stata restituita ai suoi cittadini, riportando alla luce il suo splendore barocco. È un matrimonio perfetto di giochi d’acqua e scultura: la ninfa è circondata da tritoni e creature acquatiche. Oggi, per rendere quest’opera ancora più suggestiva, in collaborazione con l’Orticola del Piemonte, mi ritrovo come in un dipinto di Monet. Lui, che ha trasformato la natura in pura emozione visiva, catturandone luce e colori con pennellate rapide e vibranti, era ossessionato dalle ninfee, proprio come me. Io, tra gabassi, terra e rizomi, inizio la mia opera d’arte. Per i torinesi, la fontana rappresenta un legame con il passato e un luogo di scoperta culturale.

Oggi, i cittadini potranno passeggiare tra i viali geometrici e godere della pura poesia visiva di un angolo di tranquillità nel cuore della città, proprio come in un dipinto di Monet! Ringrazio Giustino Ballato, esperto e ricercatore di piante ed erbe, nonché fondatore e presidente della Società Orticola del Piemonte, ideatore e organizzatore di Flor, FloReal ed eFlor.

Nell’intervento di reintroduzione delle ninfee ottocentesche nella Fontana delle Nereidi e dei Tritoni dei Giardini reali di Torino, promosso dall’Orticola del Piemonte, ho messo a dimora 18 varietà di ninfee con 9 piante per ogni cultivar, per un totale di 162 esemplari.

Tra le 18 varietà di ninfee ottocentesche, tre sono cloni di particolare valore storico e culturale, poiché si tratta di cultivar ibridate dal celebre vivaista Latour-Marliac alla fine del diciannovesimo secolo e acquistate dall’artista Claude Monet per i suoi giardini di Giverny e per il ciclo di opere che ha dedicato a questa pianta esotica.
Amici, colleghi e appassionati, adesso non ci resta che attendere l’ultima magia: la natura darà l’ultima pennellata a questo lavoro. Non ci resta che aspettare.
Andate a visitare la Fontana delle Nereidi e dei Tritoni dei Giardini reali di Torino, fermatevi e godetevi lo spettacolo, proprio come in un dipinto di Monet.

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